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             Poesie di Gerardo Di Pietro

LE TUE RADICI

 

Grappoli turgidi di ricordi

da spremere

nel vaso dell‘anima già pronto a raccogliere

il nettare di vita,

o nelle mani giunte a coppa, 

o forse in preghiera?

Da balze selvose ammiccano tenaci,

o emanano fragranza

da zolle fresche di terra da poco rivolte,

o dietro i canti attendono

furtivi, ti prendono, t‘afferrano,

ti fagocitano, come la mantissa il compagno

al colmo del piacere.

E tutt‘uno diventi,

dolcemente acconsenti,

e sei carne loro,

e sono carne tua,

e lo spirito si fonde

con la prana atavica.

Sei radice e chioma,

seme e terra,

cielo della tua terra, 

acque delle sue sorgenti,

fiori dei suoi campi,

gente della sua gente

 

*****

 

Il giorno dei morti

 

Tranquille e grevi s'accavallano le ore

nella bigoncia quasi colma del passato.

Foglie ingiallite nel nostro cimitero

e nuove croci per chi ci ha lasciato.

Due colombe si lasciano dal vento

portare verso un tetto più assolato;

voglio volare anch'io con la mente

verso i miei cari che m'hanno abbandonato.

 

****

 

Autunno

 

Nuvole che passano nel cielo,

foglie cadenti,

pallido il sol e l'anima languente

e il giorno ruba all'uomo la sua vita

come le foglie gialle ruba il vento.

Talvolta piove,

a volte sonnolente passano le ore.

Stanco è l'amore

e il cuor vuol già dormire

sotto la stanca coltre dell'oblio.

Stormiscono le fronde

con più rumore all'alito del vento

come gli inariditi miei pensieri;

però nell'aria aleggia a me d'intorno

una promessa languida di pace.

 

****

 

L ‘ORA SI FERMA

 

L ‘ora si ferma e attende

con mille parole mai dette,

 che tacciono per sempre.

Nel cuore di chi rimane

s ‘assopiscono i rancori

e s‘inteneriscono i ricordi

nel pianto amaro dell’addio.

Ma i1 tiepido calore dell’anima

vincerà i1 freddo

e in un giorno di primavera

spunterà ancora l‘amore.

Chiazze rosee nel mondo

delle favole

dal cielo senza limiti,

rimarranno i giorni giovani

e la vita spenderà

altri sorrisi e altre lacrime.

 

****

 

LE PAROLE INUTILI

 

Ci risiamo; non puoi tollerare chi

si pavoneggia con belle parole

pescando in antiche

verità, che solo lui crede

di comprendere.

Ciarlando e leggendo,

alcuni credono di aver

esaurito il loro compito

e non capiscono

che le parole sono

azioni espresse,

incitamenti dell'anima

a realizzare ciò che si predica.

Ci risiamo;

perché t'aspetti anche dagli altri

quello che tu stesso fai

come se tutte le genti fossero

coerenti con le verità

che esprimono?

Sono anch'essi uomini.

Ma allora perché continuano

a dichiararsi infallibili?

Su questo c'è molto da scrivere,

ma è meglio ignorare

ciò che non ti compete

e lasciare al proprio destino

i deboli.

 

****

 

LA MORA

 

tra aculei uncinati

polposa, granulosa

annerisci le siepi ai bordi

delle vie. Una volta bastava

soffiare la polvere

per gustare il tuo sapore

agrodolce, oggi,

inquinata di piombo,

sarebbe più saggio lavarti

prima di assaggiarti.

Quando però ti vedo severa

nel tuo vestito nero,

la mano ancora mi pungo

per coglierti, come in altri tempi,

quando riempivo manciate,

senza rimorsi di ruberie:

frutto senza padroni,

nato tra le spine,

come i miei primi anni

tanto lontani.

 

****

 

CROCIFISSI

 

Urli di dolore da corpi crocefissi,

tormentati da tempeste di odio,

spilli acuminati

trafiggono le mani, come spine di rose

sbocciate nel sangue

che sgorga con mille dolori.

In preda di angeli caduti

che soffiano nei cuori

il fiato pestifero

dell’inferno

all’uomo in balìa di perversi

pensieri che straziano

le anime

senza fede né amore.

Rabbrividiscono le stelle

sul mondo incredulo

Piange la terra tinta di sangue

dove non crescerà

mai più un fiore,

tra le aride pietraie

della guerra,

covi di vipere.

 

*****

 

ATTESA

 

Ho seminato nell’arida terra

semi nuovi non conosciuti;

li hanno bagnati

le lacrime del sacrificio,

li ha riscaldati il sole della speranza.

Nel deserto sabbioso

attendo invano la notte

trapunta di stelle

che farà germogliare

per un solo istante

i fiori della vita nuova

al chiarore argenteo della luna.

 

*****

 

CLANDESTINO

 

Le linee di frontiere

ci bloccano la strada

verso la libertà

della mente.

Sono linee invisibili

come campi magnetici

che ti respingono.

Le hai tracciate tu stesso

durante la tua vita

per creare la tua sofferenza.

Non le puoi varcare,

sono i tabù della tua coscienza,

sono le tue superstizioni,

i tuoi pregiudizi.

Legato ai ceppi

ti trascini

alla frontiera

anelante la libertà

che ti ammicca oltre la linea,

tendi la mano e la ritiri,

non vuoi passare da clandestino,

hai bisogno

di un passaporto fittizio

che non hai mai chiesto,

e che non otterrai mai.

 

*****

 

ESTRANEO

Sulla cima dei monti

s’attarda il rosso fuoco

del tramonto.

Ma non sono più le cicale

e i grilli della mia giovinezza

che cantano sugli

alberi estranei

che non conosco.

 

****

 

SENZA META

 

Volo come un airone

con le gambe troppo lunghe

distese dietro la coda.

Volo in cerca dell’acqua

della vita che non trovo,

verso un fiume che non scorre,

a caccia di pesci

che non esistono,

facile preda

di cacciatori

senza scrupoli.

 

****

 

SOSPIRI

 

Il sole brucia la pelle

bruna del contadino.

Tormento di messi

schiacciate

nel rumore infernale

di un motore.

Il vecchio

guarda la falce

arrugginita,

non canta più

e sospira

 

****

 

IL CIMITERO SENZA RICORDI

 

Il lago riluce sotto

il sole di luglio,

svaniscono i monti azzurrognoli

nell’orizzonte lontano,

nella foschia della canicola

le rondini stridono

garreggiando divorando a volo gli insetti.

Il vento caldo sferza gli alberi,

e il triste cimitero

di case nuove, vuote

di gente e di ricordi,

mura fredde, che mai hanno

ascoltato le grida gioiose

di un bimbo, e la ninnananna

di una mamma,

che mai hanno asciugato

il sudore dell’uomo,

stanco dal lavoro dei campi.

Case dove non c’è più

l’ultimo respiro degli antenati,

dove mura di cemento

schermano ogni ricordo.

Una muta di bavosi cani randagi

scende per la strada

con la lingua penzoloni,

tra le mura nuove

del cimitero abbandonato.

 

****

 

ASSOCIAZIONE IMPOSSIBILE

 

Una striscia lunga di sangue

unisce i due poli

della mia vita

da dove nacqui

a dove ho vissuto,

tra la luce

e la pioggia,

tra la forzata pigrizia

e l’operoso lavoro,

tra lo strisciare esaltato,

e il valore premiato

tra il paese dei sogni

irrealizzabili

e la terra della realtà.

 

****

 

A GIULIA ROSA

 

Bamboletta, vezzosina,

visino tondo come una mela,

dispensi sorrisi

con gli occhietti furbetti,

la mano lesta a prendere

oggetti e poi a minacciare

col ditino: "no, no… "

e scuoti la testa ridendo,

aspettando il mio rimprovero

che non viene.

Fiore germogliato dalla mia stirpe,

cresciuto in un prato lontano

di Andalusia, terra riarsa dal sole,

dove nei vasti recinti delle aziende

pascolano superbi i neri tori

che si preparano all'apoteosi

fanatica  e cruenta dell'arena.

Ora, in braccio alla mamma

che ti porta all'aereo per ripartire,

mi gridi "adios, adios nonno"

con il gesto grazioso della manina.

Chissà se un giorno

ti vedrò grande,

parlare la mia lingua

per te forestiera!

Chissà se un giorno seduta

accanto al vecchio tuo nonno italiano

potrò raccontarti le storie più belle

che io appresi dai miei avi.

 

******

 

MITOMANE

 

Milioni erano le tue penne

quando sognavi

di avere le ali

di Icaro.

S’afflosciarono al sole

prima che il tuo sogno

finisse

nel tragicomico.

 

***

MITOMANE

 

Millones eran tu plumas

cuando soñabes

de tener las alas

de Icaro.

Se aflojaren por el sol

antes que el tu sueño

se acabaro

en el tragicomico.